Storia e leggenda
L’acanto cresce allo stato spontaneo nelle zone meridionali, e viene coltivato nei giardini come pianta ornamentale per l’eleganza dei grandi fiori bianchi venati di porpora e delle grandi foglie, profondamente incise, verde scuro e lucenti.
In quanto erba spontanea, l’acanto era considerato un simbolo di verginità.
Nell’antica architettura greca e romana, le foglie di acanto venivano usate come ornamento dei capitelli Corinzi.
I medici dell’antichità consigliavano l’infuso di acanto per diversi usi. Dioscoride e Plinio lo consideravano diuretico, efficace contro le irritazioni viscerali e come rimedio preventivo della tubercolosi polmonare.
Nel Medioevo venne completamente dimenticato.
Attualmente viene utilizzato solo per uso esterno.
Descrizione
È una pianta perenne dal fusto fiorale eretto, robusto, con poche foglie alla base.
Le foglie basali sono glabre, grandi, tenere, profondamente incise.
I fiori sono bianchi striati di porpora, sessili, raccolti in lunghe spighe e muniti di una brattea spinosa e di due bratteole strette; il calice è formato da quattro lobi ineguali, la corolla da un solo labbro inferiore trilobato e da quattro stami. Fiorisce da luglio ad agosto.
Il frutto è una capsula bruna, liscia che contiene da due a quattro grossi semi lucenti e bruni.
Il ceppo è grosso e dotato di robuste radici biancastre.
Parti usate
Le foglie fresche, i fiori e la radice in autunno.
Principali costituenti
Sali minerali, mucillagine, glucidi, tannino, sostanze amare.
Proprietà
Aperitive, coleretiche, emollienti, vulnerarie.