
Storia e leggenda
Il nome physalis deriva dal verbo greco phusaô che significa “gonfiare”, perché i calici del fiore in estate si gonfiano come palloncini di carta e da verdi diventano rosso vivo. I frutti, che si trovano in mezzo a questo piccolo involucro, maturano a settembre e somigliano alle ciliegie, sono commestibili ma non bisogna superare la dose di 30 al giorno.
Questa pianta è molto diffusa sia in Asia che in Europa. Era già nota a Dioscoride e a Galeno e veniva usata come pianta medicinale per la cura della gotta, dei calcoli e di alcuni edemi.
Descrizione
È una pianta perenne dal fusto eretto, semplice o ramificato, angoloso, leggermente vellutato.
Le foglie sono disposte a due a due, glabre, ovali, picciolate, lanceolate, incise, con i bordi ondulati.
I fiori sono biancastri, isolati, penduli con un piccolo calice villoso.
La bacca è di colore rosso o arancione vivo, carnosa, liscia, a due logge con numerosi semi, racchiusa nel calice che si è sviluppato in una vescica leggera, costoluta, segnata in autunno da un reticolo scarlatto. Fiorisce da maggio a ottobre.
Il rizoma è strisciante.
Parti usate
Le bacche senza il calice, i fusti e le foglie (settembre e ottobre).
Principali costituenti
Vitamina C, acido citrico, acido malico, carotenoidi, glucidi, tracce di alcaloidi.
Proprietà
Depurative, diuretiche, emollienti, febbrifughe, rinfrescanti, sedative.