
A) Ramo fiorito
1) Fiore in sezione verticale
2) Fiore
3) Cornetto rigonfio che costituisce la base del fiore
4) Sezione orizzontale dei sepali chiusi in cui si vedono i sei stami interni alle antere saldate
5) Capsula
6) Sezione verticale della capsula
7) Sezione orizzontale della capsula
Storia e leggenda
Questa pianta rappresenta una trappola per gli insetti i quali, entrati nella corolla, scivolano su un rivestimento ceroso che riveste l’interno e poi una barriera di peli impedisce loro di risalire all’esterno. Una volta avvenuta la fecondazione, i peli che ostruivano l’uscita diventano secchi e l’insetto prigioniero, ricoperto di polline, riacquista la libertà.
Molte specie di questa pianta erano già conosciute nell’antichità e venivano utilizzate per la loro azione stimolante, per accelerare il parto e alleviarne i dolori. Infatti il suo nome deriva dalle parole greche aristos, “eccellente”, e lokia, “parto”.
Descrizione
È una pianta perenne dal fusto semplice ed eretto.
Le foglie sono grandi, con lunghi piccioli e a forma di cuore, e i margini dentellati.
I fiori sono peduncolati e crescono all’ascella delle foglie superiori, sono a forma di cornetti rigonfi alla base, e proseguono in un perianzio allungato e tubolare che termina in una forma a lingua con lobi color giallo-oro; la corolla non è presente e i sepali sono uniti tra loro (gamosepalo); hanno sei stami, interni alle antere saldate, e sei carpelli. Fiorisce da maggio a giugno.
Il ceppo è lungamente strisciante, profondo e fragile.
Parti usate
Le foglie e il ceppo.
Principali costituenti
Alcaloide tossico (aristolochina), un principio amaro, olio essenziale, tannino, glucidi, resina.
Proprietà
Astringenti, emmenagoghe, vulnerarie.