
A) Fusto in fiore
1) Foglia
2) Fiore
3) Sezione verticale del capolino
4) Stilo che termina con stigma bifido
5) Fiore ermafrodita
6) Sezione verticale del fiore
7) Stame con antere saldate che avvolgono lo stilo
8) Achenio in sezione orizzontale
9) Achenio
10) Achenio in sezione verticale
Storia e leggenda
Il nome Artemisia sembra derivare da Artemide, la dea protettrice delle vergini e delle donne malate; veniva infatti usata per incoronare le teste delle vergini.
I ceppi di questa pianta venivano fatti essiccare il giorno di San Giovanni per rendere più forti i fuochi omonimi. Tale pratica portava con sé anche la credenza che l’artemisia avesse molteplici proprietà e poteri: si pensava che guarisse l’epilessia, che proteggesse dai fulmini e dalla grandine e che avrebbe protetto per un anno da lombaggini e mal di reni. Ancora oggi nelle campagne francesi viene ricordata quest’usanza. Inoltre i druidi la usavano per gettare il malocchio sul bestiame e per scacciare gli spiriti maligni.
L’artemisia viene utilizzata nelle stalle perché attira le mosche, allontanandole dagli animali.
I diversi nomi volgari richiamano l’assenzio perché le due piante si assomigliano.
È vietato l’uso alle donne incinta. Il polline provoca allergia.
Descrizione
È una pianta perenne dal fusto rossastro, erbaceo e ramoso.
Le foglie sono divise in lobi acuti di colore verde scuro, glabre nella pagina superiore, lanuginose e argentate nella pagina inferiore.
I fiori sono giallastri, tubolosi, riuniti in piccoli capolini eretti, a involucro, raccolti in larghe pannocchie di spighe molli. Fiorisce da luglio a ottobre.
Gli acheni sono glabri.
Il ceppo è legnoso senza stoloni.
Parti usate
Le foglie mondate, le sommità fiorite, la radice.
Principali costituenti
Olio essenziale, resina, tannino, mucillagine, inulina. Le foglie contengono le vitamine A1, B1, B2, C.
Proprietà
Antispasmodiche, emmenagoghe, febbrifughe, toniche, vermifughe.