
A) Ramo fiorito
B) Ramo con frutti
1) Sezione verticale del fiore
2) Stami
3) Sezione verticale del frutto
4) Nocciolo
Storia e leggenda
Le due specie citate sono piante che possono raggiungere i 500 anni di vita.
Nella preistoria gli uomini si cibavano delle loro drupe, di cui sono stati trovati i noccioli in alcuni insediamenti lacustri. Usato nell’antichità solo come diuretico e astringente, fu oggetto, nel 1897, degli esperimenti di Leclerc, che si incuriosì dopo aver letto un opuscolo anonimo del 1695 sull’uso popolare che si faceva in alcune regioni della pianta, utilizzata come rimedio contro l’insonnia e le palpitazioni.
Descrizione
Arbusto alto fino a 5 m con rami spinosi, foglie alterne brevemente picciolate; con stipole persistenti, lembo coriaceo, lucente e verde intenso sulle due facce.
Fiori precoci, bianchi o rosei, retti da un pedicello, raccolti in corimbi semplici o composti. Fiorisce in aprile e maggio.
Frutto carnoso, rosso corallino, piccolo, ovoidale, contenente noccioli con uno o tre semi dal tegumento sottile.
Parti usate
I fiori, che vanno colti quando sono ancora in bocciolo (si separano i petali e le foglie attigue, e si conservano solo i corimbi), i frutti e anche la corteccia, che ha però una minore efficacia.
Principali costituenti
Nei fiori si trova manganese, un composto cristallizzato, glucosio e corpi ammini; nelle bacche vi sono tracce di acido cianidrico; nella corteccia sono presenti crataegina e osiacantina.
Proprietà
L’azione antispasmodica di questa pianta era già stata descritta da qualche antico medico, e si esercita sui vasi sanguigni e sul cuore attraverso il sistema simpatico; tonicardiaco, ipotensore per vasodilatazione, antispasmodico, leggero ipnotico, febbrifugo. Le bacche sono astringenti.
Curiosità
In campagna, attorno ai prati permanenti, il biancospino è l’arbusto ideale per alzare siepi fitte e durature dove andranno a nidificare i passeracei, che sono i più sicuri alleati dell’agricoltore e del giardiniere. Questo tipo di arbusto dovrebbe ovunque sostituire i reticolati, che imbruttiscono le campagne e non hanno sul suolo l’azione protettrice delle siepi vive. Lo si può moltiplicare seminando i frutti interni alla fine dell’autunno, ma la nascita è molto lenta e rende preferibile la piantagione dei virgulti, da effettuarsi in settembre in un terreno soffice.