
A) Parte della pianta in fiore
1) Bocciolo
2) Petalo
3) Stami con filamenti saldati a formare una colonna cava
4) Stame
5) Pistillo che si trova all’interno della colonna cava
6) Frutto
7) Singolo achenio
Storia e leggenda
Il nome popolare di bismalva, due volte malva, rispecchia la grande efficacia dei suoi principi attivi. L’altea è arrivata in Europa dalle steppe asiatiche molto tempo prima dell’era cristiana e si è acclimata facilmente. La pianta, citata in uno dei Capitolari di Carlo Magno, fu coltivata per tutto il Medioevo ed era una delle più sfruttate tra i semplici coltivati nei giardini dei monasteri. Dalle coltivazioni di allora l’altea è sfuggita per naturalizzarsi nelle nostre campagne. Nei giardini viene coltivata una specie molto decorativa, la Althaea rosea L., che si chiama, nell’uso corrente, rosa cinese, malvone, malva rosa, che non conserva però le proprietà medicinali, nelle foglie e nelle radici, della bismalva officinale.
Descrizione
Pianta erbacea perenne, rivestita da una peluria bianca e vellutata, con radice carnosa, biancastra.
Il caule eretto raggiunge i 30-60 cm di altezza, è robusto, semplice o più spesso ramoso.
Le foglie sono sparse, picciolate, palmate, largamente ovali, dentate.
I fiori sono abbastanza grandi, sorretti da peduncoli, solitari o abbinati, con la corolla di 5 petali di colore bianco roseo o porporino. Fiorisce in estate.
I frutti sono composti di numerosi acheni, con un solo seme per ciascuno, reniforme, con tegumento coriaceo.
Parti usate
La radice viene raccolta dalla metà di settembre a marzo, dopo di che diventa legnosa e lavorabile con difficoltà; viene decorticata, essiccata in apposite stufe e imbiancata mediante solforazione. I fiori, che si raccolgono prima del completo sviluppo, e le foglie.
Principali costituenti
Mucillagine, olio fisso di betaina, asparagina, sali, amido, zucchero, fermento.
Proprietà
L’altea è una pianta molto nota per le sue proprietà emollienti, viene utilizzata ovunque vi sia infiammazione, per combattere la tosse e anche per il suo effetto bechico.