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herbarium horizontal

Brugo

Calluna Vulgaris L.
brugo1

A) Ramo in fiore

1) Estremità del ramo

2) Sezione verticale del fiore

3) Petalo

4) Stami

5) Stami e pistillo

6) Pistillo con residui filamentosi

7) Sezione orizzontale dell’ovario

8) Fiore appassito chiuso nel calice

9) Pistillo

10) Seme

11) Seme in sezione verticale

Famiglia: Ericacee
Colore Fiore: Rosa, Lilla
Nomi Alternativi: Scopetta
Habitat: È comune e diffuso nei terreni silicei, sciolti, in particolare dell’Italia settentrionale e centrale, assente nelle regioni meridionali e nelle isole. Nelle brughiere, di qui il nome brugo, si trova il terreno preferito da questa pianta, che costituisce anche la terra migliore per la coltivazione delle piante d’appartamento.

Storia e leggenda

La Calluna vulgaris è l’unica specie del genere Calluna, che è molto simile alle varie specie del genere Erica, in quanto tappezza con i suoi fiori violetti le località in cui cresce, ma si differenzia per le foglie, che sono più piccole, e per corolla e calice divisi in quattro parti, non in cinque. 

Le brughiere e le baragge, tipiche del Vercellese, costituiscono la terra di brugo, preziosa per la coltivazione di molte specie di piante da appartamento, che richiedono la terra acida. 

Il brugo è ricchissimo di nettare e fornisce alle api la materia prima per l’apprezzatissimo miele scuro.

Con le radici della Calluna vulgaris si fabbricano pipe, mentre con i grappoli di fiori, raccolti quando sbocciano, si prepara un decotto per curare le affezioni renali. 

Il nome botanico Calluna deriva dal greco kalluno, spazzare; infatti, le branche ramose di queste piante sono utilizzate dai tempi più antichi per fare le scope da giardino, chiamate scope di brugo.


 

Descrizione

È un arbusto molto ramificato, che può raggiungere 70-100 cm di altezza; ha portamento eretto o semisdraiato. 

Le foglie, lunghe 2 mm, sono opposte e ogni coppia è inserita in posizione alterna rispetto alla precedente, sono molto ravvicinate sul caule e sessili. 

I fiori, spesso tutti rivolti dallo stesso lato, sono piccoli e inseriti su racemi che a volte portano sull’apice delle foglie; il calice è dello stesso colore della corolla, rosa-lilla, e a forma campanulata. 

I frutti, racchiusi nel calice e nella corolla, persistenti, sono capsule divise internamente in quattro loculi che contengono ciascuno un piccolo seme.

 

Parti usate

Si usano esclusivamente le sommità fiorite che si raccolgono da luglio a settembre, all’inizio della fioritura, recidendole con le forbici un centimetro sotto l’infiorescenza. Si fanno seccare in locali ventilati e si conservano in sacchetti di carta.


 

Principali costituenti

Tannino, aricolina (che è una resina), ericinolo (olio), arbutina.


 

Proprietà

È un potente diuretico e antisettico urinario (affine al corbezzolo e alla verga aurea), depurativo, sedativo delle vie urinarie, astringente e antireumatico.