
1) Fusto e rizoma strisciante
2) Rizoma ricoperto di scaglie
3) Spore nel soro
4) Indusio che ricopre le spore
Storia e leggenda
Il nome deriva dal fatto che i lunghi piccioli delle foglie, sottilissimi, ricordano i capelli di una donna, in particolare di Venere, appunto, da sempre rappresentata con una lunga capigliatura.
Nel XVII secolo si otteneva uno sciroppo dal capelvenere che, mischiato al tè e al latte caldi, dava luogo a una bevanda molto apprezzata, chiamata “bavarese”.
Descrizione
È una felce perenne dal fusto sottile, di colore nero o bruno intenso, liscio.
Le foglie sono a forma di ventaglio, delicate, di color verde tenue e si inseriscono su un sottile rachide nero e lucente.
Le spore sono prodotte nei sori, posti sul lato inferiore delle foglie e ricoperti da una membrana chiamata indusio; vengono rilasciate nel periodo compreso tra luglio e settembre.
Il rizoma è sotterraneo, strisciante, ricoperto di scaglie e di colore bruno-nero.
Parti usate
Le fronde.
Principali costituenti
Tannino, mucillagine, zuccheri, acido gallico, tracce di essenza, principi amari e capillarina.
Proprietà
Bechiche, diuretiche, emmenagoghe, emollienti, espettoranti.
Curiosità
Le foglie del capelvenere rimangono asciutte quando vengono immerse nell’acqua, e le gocce di rugiada o di pioggia scivolano sulla loro superficie senza essere assorbite.