
A, B) Parte della pianta in fiore
1) Ombrella
2) Fiore
3) Fiore visto dal basso
4) Frutto
5) Singolo frutto in sezione orizzontale
6) Frutti in sezione verticale
Storia e leggenda
Questa pianta era conosciuta fin nell'antichità e veniva usata dai Greci sia come pianta medicinale che come veleno nelle esecuzioni: il condannato a morte doveva bere un infuso di cicuta. Con questo mezzo gli Ateniesi uccisero Socrate. Il suo discepolo, e a sua volta filosofo, Platone, descrisse la fine del maestro nel suo libro, il "Fedone", con toni allo stesso tempo drammatici e scientifici.
Ancora oggi è possibile, anche se raramente, sentire di avvelenamenti da cicuta scambiata, per disattenzione, con altre piante. Quando è giovane infatti può essere confusa, per esempio, con il prezzemolo.
Descrizione
È una pianta bienne, glabra, fetida, con una radice fusiforme, fibrosa, carnosa e bianca.
Il caule è eretto, alto 1 o 2 m, cilindrico, fistoloso, ramoso, glabro, verde chiaro, segnato in tutta la sua lunghezza da chiazze e punteggiature vinose.
Le foglie inferiori sono grandi, picciolate, con una guaina membranosa; il lembo è lucido, intensamente verde sulla pagina superiore. Le foglie più alte hanno il picciolo ridotto alla sola guaina.
I fiori sono bianchi, raccolti in ombrelle composte.
Il frutto è un achenio ovoidale, con 5 costole prominenti.
Parti usate
Anticamente si usavano le foglie e i semi.
Principali costituenti
Tutta la pianta è fortemente velenosa. Contiene una mescolanza di alcaloidi (coniina, conidrina, coniceina e altri) che all'aria resinificano tanto più rapidamente quanto più il succo è puro: durante il disseccamento esso si altera e quindi, quando si parla di velenosità della pianta, ci si riferisce alla pianta fresca. La cicuta ha un'azione esterna cutanea irritante, una interna di paralisi generale e una midollare che rapidamente sopraggiunge a mascherare la prima. 20 cg di conina sono mortali.
Proprietà
La gravità degli avvelenamenti ha fatto abbandonare quasi del tutto la somministrazione della cicuta per via interna. Per via esterna, la pianta può essere utile per le proprietà analgesiche locali (perché paralizza le estremità dei nervi) nella cura di nevralgie ostinate.