
A) Fusto rigido e solcato con grandi foglie opposte, formate da foglioline lanceolate e dentate, e con un corimbo terminale
1) Fiore
2) Sezione verticale del fiore
3) Calice del fiore
4) Rametto con bacche non ancora mature
5) Bacche; quella di destra in sezione orizzontale con polpa tintoria rossa e contenente 3 semi
Storia e leggenda
In Italia esistono tre specie spontanee differenti di sambuco: due sono alberi, mentre la terza, l’ebbio, è una grande pianta erbacea perenne.
L’odore delle foglie, quando vengono sfregate tra le dita, è forte e nauseante, ma quello delle sue ombrelle fiorite ricorda l’odore delle mandorle amare.
A settembre, la pianta si ricopre di bacche nerastre, piene di un succo rosso scuro da cui si ricava una tintura, usata nell’antichità, citata da Virgilio e con cui il dio Pan si colorava il viso.
I principi attivi dell’ebbio sono più intensi di quelli del sambuco nero e i suoi frutti sono tossici; fare, perciò, molta attenzione e distinguere con sicurezza i frutti dell’ebbio.
Tutta la pianta, usata in dosi forti e a lungo, può causare avvelenamento.
Descrizione
È una pianta perenne, dal fusto erbaceo, semplice, rigido, solcato, con il midollo bianco.
Le foglie sono verde scuro, opposte, grandi, composte di 7-11 foglioline lanceolate e dentate.
I fiori sono bianchi o rosati, piccoli, riuniti in larghi corimbi; sono formati da 5 sepali corti, 5 petali distesi, 5 stami con antere violette che oltrepassano i petali. Fiorisce da giugno ad agosto.
Il frutto è una bacca nera, globosa, lucida, con succo tintorio rosso, contenente 3 semi.
Il rizoma è fibroso, strisciante, bianco e molto invadente.
Parti usate
La radice e la sua scorza fresca o essiccata, i fiori e le foglie essiccate.
Principali costituenti
Olio essenziale, glucidi, acidi, tannino, enzimi, pigmenti antocianici.
Proprietà
Cicatrizzanti, purgative, risolventi, sudorifere.