
A) Fusto assente, rosetta basale di foglie e scapi fioriferi che si inseriscono sul rizoma dotato di radice secondarie
1) Fiore
2) Stame
3) Foglie trilobate, esclusivamente basali
4) Acheni non piumosi formati da follicoli oblunghi pubescenti contenenti piccoli semi
5) Singolo frutto
6) Frutto con seme in sezione verticale
7) Calice (formato da tre piccole foglie cauline) e numerosi carpelli
Storia e leggenda
Nell’antichità questa pianta era pressoché sconosciuta; prima del XV secolo ha iniziato ad essere presa in considerazione come pianta medicinale per la sua più importante proprietà, quella di curare le malattie del fegato. Il nome epatica, infatti, le viene dato, oltre che per la sua efficacia, anche per la forma delle sue foglie che ricordano i lobi dell’organo umano.
Non si utilizzano né i fiori né la radice, mentre le foglie non devono mai essere usate fresche. Invece, le foglie essiccate servono a preparare un vino diuretico, che può anche essere applicato sulle ferite e ne accelera la cicatrizzazione.
Descrizione
È una pianta erbacea perenne, senza fusto. Gli scapi fiorali sono inseriti direttamente sulla parte emergente del rizoma.
Il rizoma è dotato di radici secondarie.
Le foglie sono tutte basali, persistenti, con lunghi piccioli, spesse, cuoriformi, vellutate quando sono giovani, poi glabre, divise in 3 lobi uguali, non dentate.
I fiori sono lilla o azzurro-violaceo, talvolta rosei o bianchi, abbastanza grandi, singoli; sono costituiti da un calice formato da tre piccole foglie cauline, 6-9 sepali petaloidi, 20 stami e numerosi carpelli a becco corto. Fiorisce da marzo a maggio.
Il frutto è un achenio non piumoso formato da follicoli oblunghi pubescenti contenente piccoli semi.
Il ceppo è corto.
Il sapore è amaro.
Parti usate
Solo le foglie, che devono essere utilizzate esclusivamente essiccate.
Principali costituenti
Glucoside, enzimi, una saponina.
Proprietà
Astringenti, cicatrizzanti, diuretiche, espettoranti, sedative.