Da qualche settimana mi sono lasciato incuriosire dal metodo di coltivazione denominato Food Forest, agroforest, o forestal agriculture che dir si voglia.
La scusa me l'hanno fornita alcune circostanze e alcune osservazioni dell'ambiente in cui vivo la mia quotidianità (specie in questi giorni di "amabile reclusione" legati all'emergenza COVID-19.
La mia proprietà si trova infatti ai margini di un meraviglioso bosco di querce, faggi, castagni e noccioli, e proprio al confine nord, sulla casa, si impongono tre meravigliose querce secolari, i cui rami abbracciano confortevolmente la nostra abitazione.
Negli anni passati ho considerato la presenza di queste bellissime querce problematica, per via dell'immensa quantità di foglie, ghiande e ramaglie che esse "scaricano" regolarmente sul tetto.
La zona sottostante alle querce tra l'altro, trovandosi sul retro di casa e proprio di fronte alla cucina, veniva utilizzata dalla mia compagna per lo smaltimento degli scarti alimentari vegetali. Mi sono allora accorto dell'incredibile facilità con cui in questa striscia di terra nascevano, a partire dai semi presenti negli scarti di frutta e verdura, ogni genere di piante... sanissime.
È stato così che ho compreso l'enorme potenziale benefico delle mie amabili querce!
Cos'è e come funziona una food forest - in sintesi...
La "Food Forest" è una modalità di coltivazione che deriva dall'osservazione dei meccanismi naturali che si manifestano all'interno delle foreste, ove piante, animali, funghi, vivono in piena armonia e simbiosi, cooperando nella creazione di un ambiente sano, fertile e ricco di biodiversità.
La Food Forest quindi, ispirandosi alle architetture naturali che si generano negli ambienti boschivi, vuole "orientare" la creazione di vere e proprie foreste di prodotti commestibili, alberi da frutto, piante da orto, funghi, in modo da generare un sistema auto-alimentato di produzione di alimenti che funzioni in maniera praticamente autonoma e assolutamente naturale e sostenibile.
In un bosco gli alti alberi lasciano cadere le loro foglie e rami secchi, creando a terra un tappeto che nel tempo, decomponendosi, diventa nuovamente nutrimento per le piante, in un ciclo continuo.
La situazione iniziale...
Questa è la situazione in cui intendo impiantare la mia piccola food forest. A sinistra si può vedere dove inizia il bosco del parco naturale di Bracciano e Martignano, e al centro sono visibili le chiome delle tre querce.
La stradina indicata dai puntini azzurri, cammina lungo tutto il confine nord della mia proprietà.
Non mi era mai venuto in mente di piantare alcunché lì, perché sotto le querce e tra gli arbusti.
La perplessità iniziale veniva dal fatto che le querce potessero ombreggiare troppo il terreno sottostante. In realtà, proprio perché sono esposte a sud, per buona parte della giornata il sole riesce a battere.
E' un'esposizione praticamente perfetta, che permette di godere al tempo stesso dell'ombra, del sole, e del benefico apporto che queste piante apportano al terreno.
Dunque sotto alle querce e in generale lungo il sentiero, pianterò alberi di media altezza (es. meli e noccioli), specie arbustive (ribes, mirtilli, lamponi, more). Seguiranno cespugli di aromatiche, piante da orto di ogni genere, e infine piante basse (fragole, insalate).
Poiché il sole nasce a EST e si sposta verso OVEST, è necessario che le piante siano disposte in ordine d'altezza da nord a sud; questo farà si che le piante alte non ombreggino mai eccessivamente (se non con le fronde sporgenti) le piante sottostanti.
Cosa ho piantato nella mia piccola Food Forest
Per iniziare ho trapiantato cinque piante di Ribes rosso, quattro mirtilli neri americani, una decina di fragole, e inserito piantine di pomodoro, cetriolo, prezzemolo.
Ho provato ad infilarci anche quattro zucche nate pochi metri più su, da alcuni scarti alimentari.
Il tutto è naturalmente pacciamato da foglie, ghiande, ramaglie, e per ora la situazione è questa.
Non ho minimamente toccato la terra, che è già morbida (tanto che si scava con le mani) e profumata di suo - del resto, nel suo piccolo, anche questo è a tutti gli effetti un sottobosco, e i meccanismi di autofertilità sono ben consolidati. Per cui non ho fatto altro che piccole buche in cui ho inserito le piantine.
La situazione al momento è questa:
Cetriolo appena piantato nella food forest.
Ribes... nel loro ambiente naturale.
I cetrioli, già cresciutelli.
Basilico da food forest!
Ai fagiolini sembra piacere particolarmente la situazione...
I mirtilli non possono mancare in una food forest.
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Per ora è tutto. Continuate a seguirmi qui sul sito, sul gruppo Faceook l'orto possibile o su Instagram, e vi terrò aggiornati sulle evoluzioni :-)