Storia e leggenda
Questa pianta, che è facile trovare alla base o direttamente nella corteccia delle vecchie querce, è stata da sempre apprezzata per alcune particolari virtù: in Francia era nota come l’erba del guadagno, perché si credeva che portasse fortuna nelle lotterie, e inoltre che proteggesse dalle epidemie chi la portava indosso.
Il nome felce dolce viene dal gusto del suo rizoma, che ricorda la liquirizia.
Descrizione
È una pianta provvista di rizoma strisciante, lungo da 20 a 30 cm, di colore verde tendente al marrone e ricoperto da numerose squame.
Le foglie hanno un lungo picciolo, che si inserisce direttamente nel rizoma; il contorno del lembo è di forma triangolare allungata ed è diviso in lobi alterni (pennatopartito), di forma lanceolata.
Le felci sono crittogame, non producono quindi né fiori, né frutti, ma presentano, nella pagina inferiore delle foglie, i sori, che hanno forma circolare: sono delle sacche che contengono gli sporangi, particolari strutture che danno origine alle spore, alle quali spetta il compito di diffondere la specie.
Parti usate
Il rizoma, che si raccoglie da luglio a ottobre; si eliminano poi le radichette e le squame e si fa seccare in pezzi.
Principali costituenti
Un saponoside: la polipodina; acido glicirretico, mucillagini, resine, tannini e un olio essenziale.
Proprietà
La principale attività del rizoma è leggermente purgante e non irrita, adatto sia ai bambini che alle persone anziane. Fluidifica e stimola la secrezione biliare e favorisce i processi digestivi; possiede anche una certa attività espettorante.