
A) Due articolazioni (pale) della pianta in fiore
1) Sezione verticale del fiore
2) Stami
3) Pistillo con stigma
4) Stigma visto dall’alto
5) Frutto
6) Semi
7) Seme in sezione verticale
Storia e leggenda
Questa pianta è di origine messicana e pare sia stata introdotta in Europa nel XVI secolo. Venne dapprima coltivata per bellezza, e in seguito coltivata per la produzione di frutti. Ben presto si acclimatò nelle nuove regioni.
Oggi, assieme all’O. vulgaris è molto diffuso in tutto il bacino mediterraneo, dove si è naturalizzato e cresce abbondantemente. Nelle Isole viene impiegato anche, grazie alla sua notevole resistenza e alla presenza delle sue spine, per costruire alte e impenetrabili recinzioni di giardini, orti, terreni coltivati.
Descrizione
È una pianta dall’aspetto strano, che raggiunge i 2 o 3 metri di altezza, nella quale i rami sono trasformati in pale appiattite di colore verde, i cladodi; sulla loro superficie si notano delle areole formate da sottilissime spine di colore giallastro e molto irritanti, talvolta è presente anche una spina più grossa e più lunga. La parte bassa della pianta col passare del tempo lignifica e assume una forma più cilindrica, tanto da assomigliare a un tronco vero e proprio, screpolato e di colore grigiastro.
Le foglie piccolissime sono inserite nelle areole e cadono quasi subito. La funzione clorofilliana in questo tipo di piante è svolta dai rami.
I fiori nascono nella parte apicale dei cladodi, sono formati da sepali carnosi e verdi e da petali ovali, numerosi, di un bel giallo brillante.
I frutti hanno la superficie rivestita anch’essa da areole con spine irritanti; hanno forma oblunga, il colore passa, con la maturazione, dal verde al giallo-rossastro; la polpa all’interno è dello stesso colore e contiene numerosi semi, piccoli e duri.
Parti usate
I fiori, i frutti e il succo dei cladodi. I fiori si raccolgono tra giugno e luglio, mentre i cladodi si possono raccogliere tutto l’anno e si usano solo freschi.
Principali costituenti
I cladodi contengono mucillagini, i fiori sostanze flavonoidiche e i frutti soprattutto zuccheri, poi acidi malico e tartarico, mucillagini.
Proprietà
Il fico d’India ha proprietà medicinali, anche se i suoi effetti terapeutici sono molto leggeri; le pale o cladodi hanno un’attività emolliente e idratante, i fiori hanno una lieve proprietà antispasmodica che interessa l’intestino e la milza, mentre i frutti sono nutritivi, dissetatanti e rinfrescanti. Gli Arabi considerano i frutti del fico d’India un ottimo rimedio contro le diarree e le dissenterie: infatti i semi che essi contengono, data la loro stessa struttura e la presenza di tannini, hanno virtù astringenti. Bisogna però fare attenzione, perché un consumo esagerato di frutti può provocare una molesta stitichezza.
Curiosità
Al genere Opuntia appartiene un’altra specie, l’O. coccinellifera o cactus della cocciniglia. Non è molto differente per aspetto dal fico d’India, ma viene coltivato per un motivo curioso. Questa pianta è copiosamente parassitizzata dal Coccus cacti, un insetto molto poco mobile. Le femmine, che hanno forma di piccole scaglie, vengono raccolte prima della deposizione delle uova e uccise con acqua calda. Da queste si estraggono poi dei pigmenti colorati: il rosso cocciniglia e il carminio.