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Le anoressie: perchè parlare di anoressia può essere fuorviante

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L’etimologia della parola si fa risalire al greco  òrexis=appetito più il prefisso an privativo.


Letteralmente anoressia significa mancanza di appetito.


Molte persone vedono dimagrire eccessivamente i propri figli o qualche amico/a e i loro pensieri iniziano a concentrarsi sul cibo o sulla forma fisica. 

Spesso genitori e amici in cerca di aiuto si rivolgono a un dietologo, dietista o nutrizionista quando, in realtà, l’iter da iniziare è molto impegnativo e articolato e l’alimentazione ne costituisce solo una piccola parte, seppure importante. 


Cercando di semplificare un argomento molto complesso come quello dell’anoressia, vedremo in questo articolo perché sia necessario porsi delle domande che vadano al di là di quello che viene messo nel piatto o quanto indicato dalla bilancia.

Criteri diagnostici del DSM V: come si esegue la diagnosi di anoressia nervosa

Attualmente la diagnosi di anoressia è effettuata basandosi sui criteri diagnostici del DSM V (Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders - Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali).


I criteri sono i seguenti:

1. Restrizione dell’assunzione di calorie in relazione alle necessità, che porta a un peso corporeo significativamente basso nel contesto di età, sesso, traiettoria di sviluppo e salute fisica. Il peso corporeo significativamente basso è definito come un peso inferiore al minimo normale oppure, per bambini e adolescenti, meno di quello minimo atteso.
2. Intensa paura di aumentare di peso o di diventare grassi, oppure un comportamento persistente che interferisce con l’aumento di peso, anche se significativamente basso.
3. Alterazione del modo in cui viene vissuto dall'individuo il peso o la forma del proprio corpo, eccessiva influenza del peso o della forma del corpo sui livelli di autostima, oppure persistente mancanza di riconoscimento della gravità dell’attuale condizione di sottopeso.
Sono distinti poi due tipi di condotta anoressica:
Tipo con restrizioni: Durante gli ultimi 3 mesi, l’individuo non ha presentato ricorrenti episodi di abbuffate o condotte di eliminazione (per es., vomito autoindotto o uso inappropriato di lassativi, diuretici o enteroclismi). In questo sottotipo la perdita di peso è ottenuta principalmente attraverso la dieta, il digiuno e/o l’attività fisica eccessiva.
Tipo con abbuffate/condotte di eliminazione: Durante gli ultimi 3 mesi, l’individuo ha presentato ricorrenti episodi di abbuffata o condotte di eliminazione (cioè, vomito autoindotto o uso inappropriato di lassativi, diuretici o enteroclismi).
E’ necessario inoltre specificare se:
In remissione parziale: Successivamente alla precedente piena soddisfazione dei criteri per l’anoressia nervosa, se il Criterio A (basso peso corporeo) non è stato soddisfatto per un consistente periodo di tempo, ma sia il Criterio B (intensa paura di aumentare di peso o diventare grassi o comportamenti che interferiscono con l’aumento di peso)
 sia il Criterio C (alterazioni della percezione di sé relativa al peso e alla forma del corpo) sono ancora soddisfatti.
oppure
In remissione completaSuccessivamente alla precedente piena soddisfazione dei criteri per l’anoressia nervosa, non è stato soddisfatto nessuno dei criteri per un consistente periodo di tempo.
Specificare il livello di gravità attuale
Lieve: Indice di massa corporea ≥ 17 kg/m2
Moderato: Indice di massa corporea 16-16,99 kg/m2
Grave: Indice di massa corporea 15-15,99 kg/m2
Estremo: Indice di massa corporea < 15 kg/m2
Codici diagnostici: ICD-9: 307.1; ICD-10: F50.01 tipo restrittivo; F50.02 Tipo con crisi bulimiche/condotte di eliminazione


 

Come si può notare, i criteri elencati nel DSM V si basano esclusivamente sull’analisi del peso e del comportamento alimentare della persona,  quando si è  nel tunnel della manifestazione visibile dell’anoressia.

Limiti ai criteri diagnostici del DSM V: le Anoressie

Come evidenzia nei suoi interventi  e lezioni sull’argomento  il Dott. D. Mazzullo, psicoterapeuta e psichiatra, più che parlare di Anoressia  bisognerebbe parlare di Anoressie, sulla base di una classificazione su base eziologica e psicopatologica, distinguendo in:


• ANORESSIA PRIMARIA: è l’anoressia che deriva da una vera e propria struttura di personalità caratterizzata da intensa paura di crescere, perfezionismo, bassa autostima, difficoltà interpersonali. Spesso queste pazienti sono anche depresse, ma la depressione può essere secondaria allo stato di malnutrizione.


• ANORESSIA SECONDARIA  a: malattie infettive, neoplasie, depressione   (endogena, reattiva, post partum, senile), psicosi schizofrenica, personalità psicopatiche, anoressia sociale o da  modelli estetici di  riferimento


Considerando questa distinzione, si può comprendere facilmente che per poter iniziare una cura appropriata dell’anoressia è necessaria una diagnosi che vada oltre quelli che sono i criteri proposti dal DSM V, in modo da iniziare l’iter terapeutico più adeguato e specifico per i singoli casi.  

Se l’anoressia è conseguente a un tumore, è sul tumore che bisognerà agire, se si tratta di psicosi andrà curata la psicosi, se trattiamo una anoressica primaria sarà sempre necessario un approccio multidisciplinare.

L’educazione alimentare è solo una parte del lavoro da inserire nell’iter terapeutico da attuare nel trattamento dell’anoressia.


Testimonianza: le parole di un’anoressica 

Entrando nella psiche di quelle ragazze che purtroppo affollano uno dei siti pro-anoressia più discussi, mi sono imbattuta in una testimonianza della paura di crescere che caratterizza l’anoressia primaria. Questa testimonianza  evidenzia il mondo sommerso dell’iceberg Anoressia, di cui la perdita di peso e la scelta di non mangiare è solo la punta.


Per me, crescere significa raggiungere i 20. E questo non è qualcosa di cui io fossi conscia fino a che ho iniziato ad avere incubi notturni all’avvicinarsi del mio ventesimo compleanno. Crescere per me è la morte dei miei genitori. Questo fatto è qualcosa di cui sono stata cosciente sin dall’asilo. E’ anche vedere le persone che vanno via perché ci sono delle separazioni inevitabili nelle direzioni che prende la vita. Poiché “sono cresciuta” ho anche realizzato che i miei sogni non si sono realizzati nel modo giusto. Non mi sono evoluta in qualcuno che sia più del normale, come avevo sempre pensato quando ero piccola. Il Normale non ha trovato magicamente posto solo perché sono “maturata”.


Ero solita leggere in un libro di testo che lo stereotipo dell’Anoressia Nervosa era la paura di crescere. Che le ragazze adolescenti avessero paura del cambiamento dei loro corpi che cambiano.  Ho sempre pensato “ah, non io!” Sono sempre stata orgogliosa della mia crescita. Essere indipendente, essere un adulto normale.  E’ stato solo l’anno in cui ho raggiunto i 20 anni che ho realizzato che anch'io avevo a che fare con le paure della crescita. I miei numeri-obiettivo sono formati da cifre correlate alla mia infanzia. Essere piccola e ristretta è associato con l’essere una bimba. Non ho avuto una buona infanzia, ma voglio ugualmente far tornare me stessa indietro”.

Pubblicato il 04-01-2017 da:

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Elena Monica Flati
Biologo Nutrizionista e Farmacista.

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