Avete mai sentito parlare di Nightshade? Letteralmente significa ‘Notte Fonda’, ma questo termine è usato anche per identificare una famiglia di piante alle quali appartiene anche la Belladonna, usate nei piatti di tutto il mondo.
Ecco, le melanzane fanno parte di questa famiglia.
Spesso considerate delle verdure, sono tecnicamente dei frutti, in quanto crescono dal fiore di una pianta e contengono semi.
Ne esistono molte varietà che differiscono per taglia, per colore e per sapore. Le più comuni hanno la buccia di un viola scuro e deciso, ma possono essere anche rosse, verdi e perfino nere.
Le melanzane in tavola sono un autentico spettacolo! Danno carattere ai piatti con il loro inconfondibile sapore e anche la portata più banale viene esaltata, tanto da essere apprezzata anche dai più scettici.
Vediamone insieme l’aspetto nutritivo.
1) Profilo nutrizionale
Le melanzane sono ricche di nutrienti e contengono una buona quantità di vitamine, sali minerali e fibre, e solo pochissime calorie. Una porzione (circa 80 grammi di prodotto crudo) contiene:
- Calorie: 20
- Carboidrati: 5 grammi
- Fibre: 3 grammi
- Proteine: 1 grammo
- Manganese: 10% della RDI (dose giornaliera raccomandata)
- Folati: 5% della RDI
- Potassio: 5% della RDI
- Vitamina K: 4% della RDI
- Vitamina C: 3% della RDI
In più sono presenti, in tracce, Niacina, Magnesio e Rame.
2) Ricche di Antiossidanti
Oltre alle vitamine e ai sali minerali, le melanzane contengono anche molti antiossidanti.
Ormai sappiamo che gli antiossidanti sono sostanze che ci aiutano a proteggere il corpo dai danni causati da alcune sostanze nocive, note come radicali liberi.
Numerosi studi hanno mostrato come gli antiossidanti possano prevenire molti tipi di malattie croniche, come le malattie cardiache e il cancro.
Le melanzane sono ricche soprattutto di antocianine, un gruppo di pigmenti con proprietà antiossidanti, responsabile anche del loro colore così particolare.
Una di queste, la nasunina, ha mostrato una marcata efficacia nella protezione delle cellule nei confronti dei danni provocati dai radicali liberi.
3) Potrebbero ridurre il rischio di contrarre malattie cardiache
Alcuni studi hanno suggerito che le melanzane possano ridurre il rischio di contrarre malattie cardiache, grazie al loro notevole contenuto di antiossidanti.
Ad esempio:
- durante uno studio su conigli con alti valori di colesterolo, questi sono stati trattati con 10ml di succo di melanzana per due settimane. Alla fine dello studio, i valori sia di colesterolo LDL che di trigliceridi erano sensibilmente diminuiti.
- In un altro studio, gli animali venivano nutriti con melanzane crude o grigliate per 30 giorni. In entrambi i gruppi, le funzioni cardiache migliorarono e il numero di attacchi cardiaci venne ridotto sensibilmente.
Anche se questi studi sembrano promettenti, bisogna ricordare che attualmente le ricerche sono limitate agli animali e in vitro e che ulteriori studi devono essere condotti in proposito, per accertare lo stesso riscontro sugli esseri umani.
4) Potrebbero promuovere il controllo dello zucchero nel sangue
Aggiungere le melanzane alla nostra dieta potrebbe aiutare a mantenere il livello dello zucchero presente nel sangue sotto controllo. Questo soprattutto perché sono ricche di fibre insolubili, che passano intatte e non assorbite nel sistema digestivo.
Il meccanismo secondo il quale le fibre abbassano i livelli di glucosio nel sangue si traduce in un rallentamento della velocità digestiva, così che si abbia, di conseguenza, una minore velocità di assorbimento dello zucchero nell’organismo. Un lento assorbimento mantiene i livelli di zucchero nel sangue costanti, prevenendo, pertanto, i picchi glicemici o abbassamenti improvvisi della glicemia.
Altri studi suggeriscono che siano i polifenoli naturali, invece, a indurre:
- la riduzione dell’assorbimento di zucchero;
- l’aumento della secrezione di insulina.
Entrambi questi meccanismi contribuiscono all’abbassamento dei livelli di zucchero nel sangue.
Ecco perché le melanzane sembrano perfette in una dieta atta al controllo del diabete la quale, di solito, include alimenti ricchi di fibre e di polifenoli.
5) Alleate nella perdita di peso
Abbiamo visto insieme che le melanzane sono ricche di fibre e povere di calorie. Che cosa aggiungere per sottolineare l’effetto positivo che avrebbero in un regime alimentare volto alla perdita di peso? Le fibre insolubili si muovono attraverso il tratto intestinale lentamente e promuovono così il senso di sazietà e soddisfazione, mantenendo contemporaneamente bassa la quantità di calorie assunte.
Un ottimo trucco è quello di usare le melanzane nelle vostre ricette al posto di altri cibi ricchi di calorie.
Un esempio è la salsa Babaganoush: una salsa cremosa e saporitissima, che nella ricetta originale non presenta latte o suoi derivati (ricchi di calorie).
6) Nella lotta contro il cancro
Nelle melanzane sono presenti molte sostanze che presentano un buon potenziale nella lotta contro le cellule cancerogene.
Una di queste è il glicoside ramnosil-solasodina (SRGs). In alcuni studi su animali esso ha mostrato la spiccata capacità di provocare:
- la morte delle cellule cancerogene;
- la mancata ricorrenza di certi tipi di tumore.
La SRGs sembra essere particolarmente efficace nei tumori della pelle, se applicata localmente.
7) The dark side: la Solanina
La solanina è una sostanza tossica (un alcaloide glicosidico) che le solanacee, come la melanzana, accumulano nella buccia e nei tessuti più esterni per difendersi dai predatori che vogliono mangiarle.
La presenza della solanina rende la melanzana potenzialmente tossica se consumata cruda, ma la cottura elimina quasi del tutto il problema.
La solanina agisce inibendo la colinesterasi e provocando, in questo modo, danni alle membrane cellulari. I sintomi di un avvelenamento da solanina sono di natura intestinale e neurologica:
- nausea
- vomito
- crampi
- mal di testa
- vertigini
- allucinazioni
- paralisi (che nei casi più gravi porta ad emorragia, ipotermia e morte).
Ma non preoccupatevi eccessivamente. Se le melanzane sono cotte adeguatamente non si pone alcun problema, perché le dosi tossiche (più di 6mg per ogni Kg di peso corporeo) sono quasi impossibili da raggiungere.
Gli studi più recenti, tuttavia, mostrano una marcata tendenza della solanina a ridurre lo sviluppo, la proliferazione e la metastasi di cellule tumorali pancreatiche, dimostrando, come sempre, che il confine tra “buono” e “cattivo” in natura è molto labile.
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