
A) Ramo in fiore
1) Sezione verticale del fiore
2, 3) Sezione orizzontale della parte inferiore e superiore dell’ovario
4) Frutto
5) Sezione verticale del frutto
6) Seme
7) Sezioni orizzontale (a sinistra) e verticale (a destra) del seme
Storia e leggenda
Originario della Persia, il melograno è stato importato nel Mediterraneo in tempi antichissimi; in Italia si è diffuso soprattutto nel sud, mentre nel nord cresce solo in luoghi molto riparati: in genere sui terreni e nelle condizioni climatiche in cui riesce il fico. Testimonianze della sua esistenza ci sono state lasciate da molte antiche civiltà del Mediterraneo: i Siri e i Fenici gli attribuirono una parte importante nelle loro cerimonie; lo troviamo raffigurato nei sepolcri egizi del 2500 a.C.; i Greci lo chiamavano roie e Omero lo nomina nella descrizione del giardino di Alcino, re dei Feaci. In latino il frutto era chiamato malum punicum con riferimento alla sua origine fenicia, ma la descrizione che i Romani ci hanno lasciato del melograno sembra riferirsi a una varietà ormai scomparsa.
Descrizione
È un frutice o arbusto alto da 2 a 5 m, eretto e con molti rami spinosi di cui i più giovani hanno la corteccia rossiccia, mentre i più vecchi e il tronco ce l’hanno cinerina e screpolata.
Le foglie sono caduche, opposte, prive di stipole, glabre, lucide e di colore verde, di forma oblunga, ottuse e subacute.
I fiori solitari alla sommità dei rami sono sessili, grandi, muniti di due brattee; il calice è carnoso, di colore rosso porporino, col tubo saldato all’ovario e il lembo diviso in 5-7 lobi valvati e persistenti; la corolla è di 5 o 6 petali rosso scarlatti, obovati, presto caduchi.
I semi sono molti per ogni loggia, irregolarmente faccettati, con tegumento gelatinoso e rosso alla superficie, legnoso all’interno.
Parti usate
Si usano i frutti, la corteccia e la radice raccolta in autunno, poi seccata il più rapidamente possibile all’ombra. Talvolta si usano anche i fiori e i rami giovani.
Principali costituenti
La pianta contiene parecchi alcaloidi come la pelletierina, l’isopelletierina e la metilpelletierina; contiene inoltre sostanze resinose e peptiche, mannite, amido. Le sostanze contenute nella corteccia agiscono paralizzando i parassiti intestinali, pur senza ucciderli, questo grazie soprattutto ai primi due alcaloidi citati. In questo senso pare che la varietà di melograno con i fiori bianchi sia più efficace di quella con i fiori rossi.
Proprietà
La corteccia è un potente tenifugo e astringente, anche i fiori sono astringenti, mentre i frutti, oltre che essere anch’essi tenifughi e astringenti, sono tonicardiaci.
Curiosità
Esistono varietà nane di melograno che possono essere coltivate a scopo ornamentale.