C’era una volta un piccolo e silenzioso villaggio nella campagna francese; gli abitanti credevano nella Tranquilité, la tranquillità. Se vivevi in questo villaggio, sapevi ciò che ci si aspettava da te. Conoscevi il tuo posto nello schema delle cose. E se ti capitava di dimenticarlo, qualcuno ti avrebbe aiutato a ricordarlo. In questo villaggio, se vedevi qualcosa che non avresti dovuto vedere, imparavi a guardare dall’altra parte. E se per caso i tuoi desideri non erano stati soddisfatti, imparavi a non chiedere mai di più. E cosi, nel buono e nel cattivo tempo, nella fame e nelle feste, gli abitanti del villaggio si mantenevano saldi alle loro tradizioni. Finché, un giorno d’inverno, non soffiò un irrequieto vento del Nord… (dal film “Chocolat”)
Cosa c’è nel nostro piatto?
Il mondo che abbiamo deciso faccia parte di noi: il piacere di alcuni sapori, la conoscenza che abbiamo degli alimenti, le nostre abilità culinarie, i profumi di quando eravamo piccini, i ricordi di momenti condivisi, il tempo che abbiamo a disposizione, le nostre ribellioni, le nostre emozioni, il bisogno di sicurezza, il desiderio di scoperta e di novità.
Quello di cui ci nutriamo non è mai solo cibo.
Approcciarsi alla nutrizione umana è una sfida perché di informazioni ce ne sono molte... e anche troppe. Si cerca spesso “La Dieta” e si finisce col non trovarla perché ognuno di noi è un piccolo mondo con una grande storia da raccontare ed in un mare di diete vorremo in realtà trovare chi vuole sentire il racconto della nostra storia personale.
Spesso ci si dimentica che anche chi conosce il segreto di tutte le piccole molecole che compongono un alimento, ha una sua vita, un suo modo di gestire il tempo, un suo peculiare metabolismo, suoi specifici piaceri ed un simbolismo tutto personale legato al cibo.
Nessuno, ma proprio nessuno è in grado di cambiare il proprio modo di alimentarsi, a meno che non cambi la visione di sé stesso e del mondo, imparando a conoscersi e a comprendere i propri desideri ed i propri piaceri, le proprie difese e le proprie concessioni.
In questo sito parleremo di alimentazione, sia nella modalità classica, con articoli scientifici, imparando a conoscere il nostro corpo ed il cibo che ingeriamo, sia in modo trasversale, fornendo strumenti ed informazioni per far sì che si possa esplorare il mondo dell’alimentazione da veri e propri ricercatori.
Vi forniremo idee e strumenti per far sì che possiate porvi delle domande, e che i curiosi tra voi possano sperimentare piatti nuovi e diversi. Si potrà così scoprire, invece, che al posto di una dieta si ha magari bisogno di una vacanza, di affetto o semplicemente di una bella chiacchierata tra amici.
E così..deliziamoci! ma non solo con il cibo…con la vita intera!
Ah! Dimenticavo!
Il nome del sito, Godelicious, non è solo un invito a deliziarsi, ma anche un piccolo omaggio al pensiero di Gödel e ai suoi teoremi di incompletezza.
C'è un alone di stregoneria in tutta la cucina: la scelta degli ingredienti, il modo in cui vengono mescolati, grattugiati, sciolti, le infusioni e come si insaporiscono. Le ricette prese da vecchi libri, gli utensili tradizionali - il pestello e il mortaio - gli stessi con cui mia madre preparava l'incenso, adibiti a uno scopo più domestico, le spezie e gli aromi che perdono la loro raffinatezza e lasciano il posto a una magia più primitiva e sensuale. Quella specie di fugacità di tutto questo, è ciò che mi delizia: tanta cura amorevole, tanta abilità ed esperienza, riposte in un piacere che dura solo un momento... e che forse pochi apprezzeranno davvero.
Non possiamo misurare la nostra bontà e il nostro valore in base a ciò che non facciamo, in base a ciò che neghiamo a noi stessi, a ciò a cui rinunciamo e a chi respingiamo. Forse dovremmo misurare la bontà in base a chi abbracciamo, a ciò che creiamo e a chi accogliamo.
Elena Flati