
A) Pianta in fiore
1) Interno del fiore
2) Petali a cornetto tuboloso
3) Antera
4) Pistillo
Storia e leggenda
La rosa di Natale è spesso coltivata nei giardini e fiorisce prestissimo, in genere appena finito l'inverno, e se questo è favorevole, anche a Natale. L'elleboro, uno dei fiori più grandi della nostra flora (largo più di 6 cm), è chiamato niger non per il colore dei fiori che sono chiari, ma per il rizoma che è invece scuro, quasi nero. Ippocrate usava già gli ellebori come purgativi e diuretici, cosa che fa un po' meraviglia perché essi contengono due glucosidi che possono essere pericolosi e provocare la morte per paralisi cardiaca; sono quindi difficili da maneggiare e da dosare.
Descrizione
È una pianta perenne, con rizoma ramoso, corto e grosso, munito di numerose radici fibrose.
All'apice del rizoma si sviluppano parecchie foglie grandi che circondano 1 o 2-3 scapi fioriferi; hanno picciolo lungo che abbraccia la base dello scapo con due orecchiette membranose; il lembo è diviso in 5 foglioline di forma lanceolata acuta, cuneate alla base, con margini seghettati e di colore verde scuro.
Il fiore è regolare; il calice è formato da 5 sepali, ovati, patenti, a margine ondulato e di colore bianco. La corolla è costituita da molti petali più corti dei sepali, verdi giallicci a forma di cornetto tubuloso.
Il frutto è circondato dal calice persistente, composto di tanti follicoli indipendenti.
I semi sono numerosi.
Parti usate
Si usa solo la radice.
Principali costituenti
Contiene due glucosidi tossici (elleboreina e elleborina), acido aconitico, fosfato di potassio, un'essenza particolare, glucosio.
Proprietà
Provoca la congestione dell'utero e degli organi pelvici; è un purgativo.